La carcinosi peritoneale è uno stadio avanzato di malattia neoplastica in cui cellule tumorali maligne di origine gastrointestinale, ginecologica, raramente primitiva del peritoneo, metastatizzano nella cavità peritoneale, cioè in quello spazio virtuale all’interno del quale sono collocati la maggior parte degli organi intraddominali. Ogni anno la carcinosi peritoneale colpisce in Italia circa 25.000 persone con una prognosi largamente infausta. Nuove tecniche chirurgiche fanno crescere la speranza e, di conseguenza, le percentuali di guarigione o almeno di controllo dalla grave patologia oncologica. Il tema è stato affrontato dal congresso “Peritoneal carcinomatosis: state of the art and future prospects” svoltosi il 26 gennaio, al Gemelli. Al centro del meeting scientifico, presieduto dagli specialisti del Gemelli prof. Fabio Pacelli, direttore UOC Chirurgia del peritoneo e del retroperitoneo, e prof. Giovanni Scambia, direttore Polo Scienze della Salute della Donna e del Bambino, i metodi di cura in grado di guarire la carcinosi peritoneale oppure ridurne l’entità, rallentando la crescita quando la sua eradicazione completa risulti impossibile. È stata mostrata la combinazione della citoriduzione chirurgica massimale (CRS Cytoreductive Surgery), della chemio-ipertermia intraperitoneale (HIPEC) oltre alla PIPAC (Pressurized Intraperitoneal Aerosol Chemiotherapy), nuova metodica applicabile in pazienti sui quali non si può intervenire con la chirurgia citoriduttiva.

Sono attualmente ongoing presso il Gemelli due trial clinici sulla applicazione della procedura PIPAC: il PARROT (PIPAC Applied to platinum-Resistant Recurrence of Ovarian Tumor), ovvero uno studio di fase II sull’applicazione della PIPAC nelle pazienti con carcinosi ovarica platino-resistente, e un ulteriore studio di fase II sulle carcinosi gastro-intestinali inoperabili. “Abbiamo sviluppato una notevole esperienza in questo ambito – spiegano Pacelli e Scambia – il Gemelli si presenta leading center in Italia e in Europa per numero di pazienti affetti da carcinosi trattati. Solo nell’anno 2017 la casistica di interventi eseguiti ammonta a 328 interventi di peritonectomia per carcinosi, 296 da tumore dell’ovaio, di cui 36 con HIPEC e 32 da tumori a origine gastrointestinali, tutti sottoposti a HIPEC e 45 procedure PIPAC che hanno permesso ai pazienti di raggiungere ottimi risultati in termini di tollerabilità, in attesa dei dati di sopravvivenza”.